Origini
L'origine delle arti marziali é antica come l'uomo stesso, per cui non é possibile datarla. Le prime fonti storiche le collocano nel neolitico. La storia dello stile della mantide inizia molto....(clicca qui)
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Gli stili praticati dalla scuola del Maestro Maurizio Di Benedetto


Qi Xing Tang Lang | San Da | Tay Ji Quan | Shuai Chiao

Qi Xing Tang Lang

Pratica dello stile della mantide


Qi Xing Tang Lang | San Da | Tay Ji Quan | Shuai Chiao

SAN DA

Pratica del combattimento libero cinese

Il Sanda è il combattimento sportivo a contatto pieno originato dal Wushu moderno. Combattimenti di Sanda si possono vedere ormai durante qualsiasi gara o manifestazione relativa al Wushu e sta conoscendo la via del professionismo di alto livello.

Pur apparendoci come una disciplina nuova, le sue origini si perdono nelle scuole di Wushu cinesi, esistenti dalla notte dei tempi delle arti marziali. In principio c’era il LeiTai, termine con il quale siamo soliti indicare la piattaforma rialzata dove si svolgono i combattimenti: due contendenti si confrontavano applicando le tecniche più efficaci apprese durante la pratica, con l’obiettivo di mettere KO l’avversario. Tutte le più efficaci tecniche di lotta e di presa venivano applicate insieme alle oggi più note tecniche di calcio e di pugno. I contendenti potevano combattere a mani nude o con armi praticamente senza regole prefissate. Insomma un combattimento completo dove ogni scuola poteva esprimersi secondo il proprio stile. Purtroppo quel genere di combattimento, in cui i contendenti miravano a dimostrare la loro superiorità mettendo KO l’avversario, spesso si concludevano in maniera cruenta, con infortuni gravi che compromettevano l’attività dei combattenti e a volte la morte, per via delle devastanti tecniche eseguite.

Quando negli anni 60 il Wushu si stava trasformando in uno “sport” moderno per mano del governo cinese, venne dato il mandato ai più grandi maestri di tutta la Cina di riorganizzare l’enorme patrimonio tecnico del Wushu. Questo per creare uno stile di combattimento con regole precise secondo le quali combattenti provenienti da scuole diverse potessero confrontarsi. Al fine di limitare gli infortuni venne inoltre deciso di adottare delle opportune protezioni, tutt’ora utilizzate. Nasceva quella disciplina che tutti in Italia conosciamo sotto il nome di SanDa, o SanShou.

Si riesce a riconoscere immediatamente che la tecnica principe del Sanda sono le proiezioni. Il Sanda infatti ha mutuato queste tecniche dalla lotta cinese, o Shuai Jiao. Nel Sanda vige la regola che una tecnica di proiezione deve essere eseguita entro un lasso di tempo non superiore ai 2 secondi, tempo oltre il quale l’arbitro interromperà l’azione e farà riprendere l’incontro al centro del LeiTai. Questo per non penalizzare il realismo dell’incontro e per renderne il ritmo più fluido.

Il regolamento del Sanda è stato concepito per donare a questa specialità una notevole fluidità pur consentendo una notevole varietà di tecniche. Proprio per questo sono state tolte le prese bloccanti alle articolazioni (patrimonio del combattimento del Wushu ed ereditate dal Ju Jitsu) mentre sono stati introdotti dei limiti di tempo (una sorta di timeout) alle tecniche di proiezione. In fondo il combattimento cinese è quanto di più antico ci sia nel panorama delle Arti Marziali. Dalla sua completezza ne deriva però l'impossibilità pratica di apprendere tutte le tecniche, per cui sono nati gli stili ed altre Arti Marziali hanno fondato su questi le loro basi, avendo così una notevole evoluzione nei campi specifici (tecniche di percussione, tecniche di lotta, tecniche di presa). Il combattimento ha luogo su una pedana rialzata delle dimensioni di 8x8 metri, senza corde per evocare l'antico LeiTai (anche se ormai si sta propendendo decisamente verso i moderni ring con le corde, più spettacolari e più adatti alla commercializzazione di questo "sport").

La durata dell'incontro è di due ripreseda due minuti ciascuna, con la disputa di una eventuale terza ripresa in caso di parità. L'intervallo tra una ripresa e l'altra e' di un minuto. Nel professionismo si tende ad allungare la durata dell' incontro con un maggior numero di round. Fondamentalmente non esiste un regolamento professionistico di sanda che stabilisca la quantità di riprese da effettuare. Sono utilizzate queste protezioni: caschetto, paradenti, corpetto, guantoni senza lacci, conchiglia, paratibie lunghi con protezione del collo del piede. Come per il discorso precedente c'è da dire che nel professionismo si tende ad evitare il maggior numero di protezioni per enfatizzare i colpi ed aumentare la spettacolarità degli incontri, quindi si arriva ad un limite di protezioni minimo costituito da guanti, conchiglia e paradenti. Le tecniche ammesse, attingibili da qualsiasi stile di Wushu, comprendono calci, pugni, spazzate e proiezioni. I bersagli legittimi sono testa, busto e gambe (compresa la parte bassa) con l'esclusione delle articolazioni. I bersagli non ammessi comprendono nuca, collo, gola, occhi ed inguine.

Insomma il SanDa è uno sport da combattimento decisamente completo che permette uno scontro fisico realistico, senza tuttavia permettere colpi troppo pericolosi, lasciando così spazio all'agonismo e distaccandosi da quello che potrebbe essere invece un combattimento senza esclusione di colpi che più che realistico non è altro che cruento. Potrebbe essere il "futuro" degli sport da combattimento (considerato che è figlio delle più antiche arti marziali).




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Tai Ji
Pratica degli stili interni

Nell'universo delle discipline di ecologia corporea e mentale brilla una stella di prima grandezza: il Taiji Quan (Tai Chi Chuan). Ad un primo sguardo può sembrare una ginnastica psicofisica, ad un occhio più attento, con i suoi gesti lenti e maestosi, una forma di meditazione dinamica, uno Yoga in movimento, ma osservandolo in profondità si intuisce una volontà di combattimento simile alle antiche danze sacre di origine guerriera.

Taiji Quan, significa: pugilato del supremo fine e questo lo fa quindi riconoscere come una arte marziale tanto raffinata quanto terribile, poiché utilizza non la forza fisica che nasce dai muscoli, ma la forza interiore (Nei Jing) che nasce dalla fusione del corpo e della mente. Esso è una disciplina completa, nasce dalla filosofia Taoista, dalla medicina tradizionale Cinese e dalle antichissime tecniche da combattimento guerriere.

Si basa su un concetto solistico dell'uomo e può applicarsi ai molteplici aspetti dell'esistenza, portando equilibrio, energia e nuova linfa vitale. Come disciplina totale rende gradualmente consapevoli del proprio corpo, fino a sgominare i punti di tensione e i blocchi energetici, la pratica degli esercizi praticano notevoli benefici sulle articolazioni sul tono muscolare, sulle funzioni polmonari, cardiovascolari e digestive, rapportando inoltre in maniera positiva tutto l'organismo al sistema nervoso in generale. Regolando il rapporto tra eccitazione ed inibizione a livello corticale, interviene favorevolmente su alcune malattie nervose e mentali aumentando la resistenza allo stress. Resta comunque un eccezionale sistema di difesa personale e di combattimento che da sempre è preferito da grandi atleti per raffinare le loro tattiche combattive.


La pratica inizialmente è basata sullo studio di sequenze composte da un numero variabile da 24 a 108 movimenti. La pratica lascia rilassare completamente il corpo , facendo sparire i dolori al collo e alla schiena, tutta la struttura corporea diventa più leggera e la mente piano piano comincia a prendere coscienza di questo nuovo stato, acquisendo intuitività, chiarezza e creatività, il tutto facendo si che si recuperi l'equilibrio posturale.


Con il tempo e l'evolversi psicofisico, la pratica viene integrata con l'uso delle armi tradizionali Cinesi, tutto ciò per far si che il proprio organismo impari a collocare l'energia anche al di fuori del piano corporeo. Lo studio prevede l'utilizzo della spada, del bastone, della lancia, della sciabola e del ventaglio. I grandi Maestri Cinesi del passato, erano profondi conoscitori dell'equilibrio e delle forze che regolano la natura, così facendo, hanno creato una fisiologia energetica ricca e complessa. Queste antiche scienze, insegnano che l'energia vitale (Qi) alimenta tutto il corpo ed è la sua circolazione più o meno corretta ed equilibrata che determina lo stato di salute o di malattia. Per questo sia il Taiji Quan che il Ba Gua (altro stile di combattimento interno) sono parte integrante della pratica dell'applicazione del "Qi Gong" (Chi Kung), insieme ad altre tecniche che lavorano sulla consapevolezza dello scorrere di questo Qi.


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Shuai Chiao

Pratica della lotta cinese

Lo shuai-chiao, una sublime combinazione di tutte le tecniche di combattimento, una super scienza del meccanismo.
Esso porta la velocità, il tempo, la forza e l'angolo al loro più alto livello, applicando prese, leve, colpi, alla convenienza di proiettare.

Il kung-fu Wushu viene raggruppato su quattro appellativi: Da-Na-Tie-Shuai. Da (sanda-boxe), Na (chi-na afferrare), Tie (Karate, punto fatale), Shuai (shuai-chiao, proiettare).
Per una convenienza di esercizio, oggi come oggi, i praticanti abbassano i livelli di offensività e separano un Kung-Fu completo dal Judo, Aikido, Karate. Attualmente, le tre Arti appena dette formano, riassunte insieme, una parte basilare dello Shuai-Chiao.
Poiché lo Shuai-Chiao comprende tecniche sia offensive che difensive, focalizza, le sue applicazioni su tutte le parti del corpo umano, lavorando sulla forza assorbendola è ritornandola al nemico per buttarlo giù a terra.
Lo Shuai-Chiao (pronunciato shuai-jao in pinin), è una delle arti marziali cinesi più antiche, le sue origini risalgono oltre tremila anni fa, quando era conosciuto con svariate nomi seguendo le correnti dinastie, era anche chiamato Chiao-Ti, Hsia-Pu, Lia-Chiao, Kua-Chiao, fino al 1928 quando il nome venne standardizzato in Shuai-Chiao.
Dapprima usato nella battaglia di Chuo-Lu, e la più antica forma di Wushu conosciuta, pietra miliare nell'Olimpo delle arti marziali cinesi.
La definizione dello Shuai-Chiao è assoggettata al traduttore, può assumere diversi significati ma sostanzialmente si descrive come un'arte di difesa personale, basate sulle leggi fisiche e naturale. Lo scopo e di mantenere il proprio equilibrio, e di farlo perdere al proprio avversario mettendolo al tappeto. Le tecniche di Shuai-Chiao possono dividersi in tecniche d'attacco, difesa e risposta ad un attacco, consiste in proiezioni tecnicamente rifinite e valide.
Insegna a difendersi senza uso delle armi, ma con svariate tecniche di proiezioni, di blocco, di calcio, di pugno ecc., da usare se necessarie, senza dover ricorrere per l'esercizio a particolari come il casco protettivo, il paracolpi, oppure a doversi fermare senza toccare il bersaglio. Lo Shuai-Chiao e l'unica arte marziale che si riferisce sempre a situazioni reali, poiché si rifà alle forze naturali della fisica sfruttata con energia e precisione.
Un altro vantaggio dello Shuai-Chiao, e quello di potersi allenare con un partner simulando un reale combattimento, ciò ci permette di essere realmente pronti in un contesto che non sia l'allenamento.

Lo Shuai-Chiao include inoltre tecniche debilitanti, a volte mortali, ma logicamente solo gli studenti più avanzati vengono istruiti in questo senso, esse non sono chiaramente ammesse nei tornei. Lo Shuai-Chiao è un'arte marziale molto completa, offre un buono stato di salute fisico, ma soprattutto mentale per chi lo pratica. Un detto cinese dice: tre anni di Kung-Fu non equivalgono a un anno di Shuai-Chiao.

L'uomo è una figura eretta. Stando in questa posizione, si sente dignitoso è pieno di fiducia in se stesso. Quindi, lo Shuai-Chiao educa, allena il combattente a vincere, fermando il combattimento restando in piedi. Nei suoi più alti livelli, non combatte, non viene buttato giù a terra, ma tuttavia fa cadere. Un antico detto cinese dice: "Yuan Da Jin Shuai" a lunga distanza si colpisce, a corta distanza si proietta.
 
 

 

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